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Progetto

Restauro della “Giraffa Artificiale” di Gino Marotta

 

Museo del Novecento e MUDEC avviano il progetto di restauro della “Giraffa Artificiale” di Gino Marotta in collaborazione con il Getty Conservation Institute  (GCI) di Los Angeles e il Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale (CCR)

 

L’opera

“Giraffa Artificiale”, alta tre metri e realizzata in polimetilmetacrilato rosa trasparente, fa parte della serie di sculture in metacrilato che Gino Marotta ha realizzato a partire dall’inizio degli anni Sessanta e fino ai primi anni Settanta. L’opera, di proprietà del Museo del Novecento, è stata donata dall’artista al Comune di Milano nel 1973, in occasione della sua mostra personale alla Rotonda della Besana.

Con l’innovativa e pionieristica sperimentazione sul materiale plastico trasparente Marotta esplora i concetti di “artificiale” e “naturale” descrivendo il mondo naturale con un materiale artificiale come il polimetilmetacrilato e mettendo al centro del suo lavoro il rapporto con la produzione industriale.

La ricerca di Marotta sulle sculture che rappresentano animali in metacrilato, di cui “Giraffa Artificiale” del 1973 è l’esempio più grande per dimensione, si apre nel corso degli anni Sessanta e Settanta ad una realtà installativa ambientale: da singoli oggetti le sculture vanno a comporre paesaggi immaginifici nei quali lo spettatore è invitato ad entrare e ad immergersi e diventano anche scenografie per il teatro e il cinema, come testimoniato dal sodalizio artistico con Carmelo Bene.

 

Il progetto di restauro

Getty Conservation Institute, attraverso la coordinatrice del progetto di ricerca Anna Laganà (GCI) collabora dal 2016 con il Museo del Novecento di Milano, che ha messo a disposizione l’opera “Giraffa Artificiale” come caso di studio.

Il progetto si concentra sulla conservazione dei materiali plastici, in particolare il polimetilmetacrilato trasparente, un medium utilizzato da molti artisti contemporanei. La conservazione di questo tipo di materiale presenta numerose sfide, tra cui la difficoltà di ripristinarne la trasparenza e quella di individuare materiali di restauro che non ne intacchino l’integrità.

Getty Conservation Institute, Museo del Novecento, CCR e MUDEC collaboreranno per applicare la ricerca effettuata dal GCI sulla conservazione dei materiali plastici e per diffondere le metodologie per la conservazione delle opere contemporanee. Le attività includono giornate di apertura del laboratorio di restauro del MUDEC per visitatori e una serie di workshop formativi per professionisti sulla conservazione dei materiali plastici.

L’opera verrà restaurata presso il laboratorio di restauro del MUDEC da Anna Laganà (GCI), responsabile del restauro, e Marco Demmelbauer (CCR)

A conclusione del restauro a fine aprile verrà esposta al Museo di Storia Naturale di Milano nell’ambito del palinsesto “Rainbow” con ingresso gratuito per il pubblico

 

Workshop per restauratori

Il 17 e il 31 marzo e il 14 aprile, presso il laboratorio di restauro e Spazio delle Culture del MUDEC a Milano, si terrà il workshop “La Conservazione della plastica. Un caso di studio: Giraffa Artificiale di Gino Marotta” dedicato alla conservazione dei materiali plastici e condotto da Anna Laganà (Getty Conservation Institute) e Marco Demmelbauer (Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale).

Il workshop è stato ideato in collaborazione con il progetto “Storie di Plastica”, che prevede la collaborazione di diverse istituzioni tra cui l’Associazione CESMAR7, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, CASVA (Centro Alti Studi Arti Visive, Milano), ISPC-CNRT (Istituto di Scienze per il Patrimonio Culturale di Milano) e l’Università di Torino-Dipartimento di Chimica.

Foto di Rossella Papetti

mudec.it/ita/progetto-conservativo-giraffa-artificiale

comune.milano.it/-/cultura

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Mostra

FARE UNO dalla Parola al Segno un dialogo possibile

Galleria Erica Ravenna

Via della Reginella 3, Roma

29 Marzo – 15 Luglio 2023

 

con la collaborazione di Micol Veller Fornasa

Testi in catalogo di Benedetta Carpi De Resmini e Ludovico Pratesi

 

Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Mirella Bentivoglio, Tommaso Binga, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Gino Marotta, Simona Weller

La galleria Erica Ravenna prosegue il suo programma espositivo con una riflessione sugli intrecci tra linguaggio e immagine e sulle poetiche che hanno accomunato una linea di ricerca dell’arte contemporanea, nata dalle prime avanguardie del Novecento e sviluppatasi fino ai giorni nostri.

In questa collettiva dal titolo “FARE UNO dalla Parola al Segno un dialogo possibile”, una selezione di opere di Carla Accardi, Tommaso Binga, Mirella Bentivoglio, Simona Weller, Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis e Gino Marotta, evidenzia un tipo di sentire comune nell’ambito della ricerca artistica che ha caratterizzato gli anni ’60 e ’70 e allo stesso tempo – in un momento storico di grande attenzione e riscoperta dell’arte al femminile – pone la questione di un confronto tra le “due metà dell’avanguardia”.

Il richiamo all’assunto lacaniano della”(im)possibilità di fare UNO”, accompagna quindi tale riflessione attraverso un dialogo a più voci nel quale protagonista è la PAROLA come fondamento dell’immagine “in cui l’essere si riconoscerà e attraverso la quale riconoscerà gli altri”.

ericaravenna.com

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Mostra

ANIMALI A CORTE Vite mai viste nei Giardini Reali

Musei Reali - Torino

5 maggio – 16 ottobre 2022

 

a cura di Stefania Dassi e Carla Testore

 

La mostra Animali a Corte. Vite mai viste nei Giardini Reali - è incentrata su opere realizzate da artisti italiani che hanno voluto interpretare il mondo animale e rappresentarne le diverse specie, sfruttando ciascuno un singolare linguaggio espressivo e una speciale tecnica esecutiva, oltre a diversi materiali – dichiara Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali.

Sedici gli artisti in mostra: Paolo Albertelli e Mariagrazia Abbaldo, Maura Banfo, Nazareno Biondo, Nicola Bolla, Stefano Bombardieri, Jessica Carroll, Fabrizio Corneli, Cracking Art, Diego Dutto, Ezio Gribaudo, Michele Guaschino, Luigi Mainolfi, Gino Marotta, Mario Merz, Pino Pascali e Velasco Vitali.

La scelta degli animali deriva da uno studio che evidenzia diverse chiavi di lettura – spiegano le curatrici Stefania Dassi e Carla Testore. Alcuni animali nella storia dell’arte e lungo l’evoluzione delle civiltà sono da sempre stati scelti e raffigurati per il loro marcato valore simbolico

L’allestimento nella cornice della residenza storica trasforma il museo in un luogo di meraviglia e di conoscenza, nel quale il pubblico è chiamato a muoversi alla scoperta delle opere degli artisti del nostro tempo o del recente passato.

Il percorso, che conta oltre 25 installazioni, si snoda in parte nei Giardini Reali, elemento fondante dell’identità dei Musei Reali, nonché prezioso luogo d’incontro e di socialità per cittadini e turisti. I visitatori possono ammirare le sculture immergendosi in uno zoo silenzioso e statico. L’esposizione si sviluppa anche tra le sale di Palazzo Reale, dell’Armeria e della Galleria Sabauda, dove il pubblico può scoprire le insospettabili connessioni che legano le sculture contemporanee agli animali raffigurati nelle collezioni.

Nella Sala della Colazione del Palazzo Reale è esposta l’installazione di Gino Marotta Oasi artificiale che comprende le sculture del 1969: Albero artificiale, Fenicottero artificiale, Miraggio di menta.

www.museireali.beniculturali.it/events/animali-a-corte-vite-mai-viste-nei-giardini-reali

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Evento

PRESENTAZIONE DELL’ARCHIVIO GINO MAROTTA

 

Galleria Erica Ravenna – Via della Reginella 3 - Roma

Domenica 24 Ottobre 2021, ore 18

 

Interventi di Lorenzo Canova, Laura Cherubini, Isa Francavilla Marotta e Andrea Viliani

 

 

Domenica 24 ottobre alle ore 18,00 alla galleria Erica Ravenna verrà presentato l’Archivio Gino Marotta.

Lorenzo Canova, Laura Cherubini, Isa Francavilla Marotta e Andrea Viliani, componenti del Comitato Scientifico, intervengono con l’intento di far luce sul filo comune che ha percorso e unito momenti diversi della creazione artistica di Gino Marotta.

L’Archivio si propone di diventare un laboratorio di studio e ricerca in grado di promuovere e valorizzare l’immagine complessiva di Marotta, della sua produzione artistica e della sua concezione dell’arte.

Saranno presenti anche gli altri componenti del Comitato Tecnico Scientifico: Giorgia Calò, Carlo Francavilla, Manfredi Maretti, Angelandreina Rorro e Nicola Spezzano

 

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Esposizione permanente

QUIRINALE CONTEMPORANEO 2021

L'arte e il design del periodo repubblicano nella Casa degli Italiani

 

Palazzo del Quirinale Roma e Tenuta Presidenziale di Castelporziano

È aperto al pubblico dal 1 ottobre 2021

 

A cura di Renata Cristina Mazzantini

 

 

L’Archivio Gino Marotta è presente in questa terza edizione di Quirinale Contemporaneo con le opere di Gino Marotta:

Albero artificiale, 1966, in metacrilato, esposto nella Camera Imperiale del Palazzo del Quirinale

Rupestre, 2002, sculture in ceramica esposte nella Tenuta di Castelporziano.

 

“…Un progetto volto ad aggiornare l’immagine delle sedi istituzionali tramite l’inserimento di rilevanti espressioni del genio e dell’estro degli artisti italiani, dalla nascita della Repubblica ai nostri giorni: opere d’arte e oggetti di design che aggiungono un’importante testimonianza pubblica dell’eccellenza italiana in questo settore, mai affievolita…”

Queste le parole del Presidente Sergio Mattarella presentando l’iniziativa.

 

Come scrive Renata Cristina Mazzantini, curatrice del progetto e del catalogo Quirinale Contemporaneo - edito da Treccani e con le fotografie di Massimo Listri:

“Il Quirinale è un luogo di valori e memorie, di arte e bellezza, e il suo straordinario patrimonio reca la firma dei migliori artisti, che con il succedersi di trenta pontefici e quattro regnanti arricchirono nel tempo l’opera dei loro predecessori. Aggiungendosi a questa secolare stratificazione di magnificenza, l’arte contemporanea è giunta sul Colle per documentare anche il periodo repubblicano, dimostrando che l’Italia non vive unicamente nel riverbero della sua magnifica tradizione, ma, oggi come ieri, è una straordinaria fucina di creatività.

…La selezione è stata vincolata dall’indicazione di rivolgersi unicamente e direttamente agli artisti, o alle Fondazioni e gli Archivi che li rappresentano.

…Nei saloni di rappresentanza del Quirinale sono disseminate, sui marmi delle consolle, le ceramiche di Cerone e Leoncillo, due bronzi di Marini, i lavori di Fabro e Melotti, la terra cruda di Merz; mentre risaltano le imponenti sculture di Ceroli e de Chirico, quelle più slanciate di Marotta e Nunzio, l’esile ‘farfalla’ di Fontana.

…Nel parco di Castelporziano sono esposte le grandi ceramiche di Marotta e Caruso.

…La scelta è stata guidata dall’idea di innovare nel solco della tradizione che, secondo l’aforisma attribuito a Gustav Mahler, «non è adorare la cenere, ma custodire il fuoco»”.

www.quirinale.it/elementi/59981

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Mostra

DIALOGHI: PINO PASCALI/GINO MAROTTA. Artifici Naturali

 

Fondazione Pino Pascali - Via Parco del Lauro 119, Polignano a Mare

2 luglio - 15 novembre 2021

 

A cura di Rosalba Branà e Lorenzo Canova

 

 

Inaugura il 2 luglio alle 18,30 presso la Fondazione Pino Pascali la mostra Dialoghi: Pino Pascali/Gino Marotta. Artifici Naturali, a cura di Rosalba Branà e Lorenzo Canova, un confronto incontro tra due protagonisti del rinnovamento dell’arte italiana e internazionale negli anni Sessanta.

 

Coetanei – erano nati entrambi nel 1935 – i due artisti erano accomunati da un legame di amicizia fatto di affinità poetiche e di visione. Entrambi attivi nel fervido contesto delle neoavanguardie romane, Pascali e Marotta rappresentano due personalità centrali all’interno di quelle ricerche che, partendo dall’utilizzo dei nuovi materiali del mondo contemporaneo, hanno dato vita a una nuova idea dell’opera d’arte e del suo rapporto con lo spettatore, attraverso lo sconfinamento e l’immersività dell’arte ambientale, alla quale i due artisti hanno dato contributi basilari e ancora attualissimi.

Interesse per i nuovi materiali offerti dal mondo industriale e, in contrasto, il ritorno continuo alla natura, la contaminazione con i settori della scenografia e della pubblicità, della televisione e del cinema, nei quali entrambi sono stati attivi.

 

Scrive in catalogo Branà “Pino Pascali (1935-1968) e Gino Marotta (1935-2012), vivono appieno il clima artistico degli Anni Sessanta e contribuiscono a sostanziali cambiamenti in campo espressivo-linguistico, figli entrambi di una nuova cultura nella quale confluivano istanze della cultura agraria e della crescente civiltà industriale. La mostra intende creare un dialogo visivo che evidenzia analogie e differenze entro le quali gli artisti hanno operato, dando spazio ad una istanza di libertà creativa fuori dagli schemi”.

 I due autori hanno tracciato un percorso di ricerca esponendo entrambi in mostre fondamentali come Lo Spazio dell’Immagine a Foligno (1967) e 4 artistes italiens plus que nature del 1969, la celebre mostra parigina di cui Pino Pascali è stato protagonista insieme a Marotta (con Mario Ceroli e Jannis Kounellis), nonostante fosse tragicamente scomparso l’anno precedente.

“Pascali e Marotta sono due protagonisti dell’arte italiana e internazionale degli anni Sessanta, due ragazzi legati dall’amicizia, dalla nascita nello stesso anno e dalla provenienza da due città del sud di due regioni confinanti, due sperimentatori di nuovi linguaggi e nuove forme espressive, due innovatori capaci di sconfinare in modo fecondo in campi diversi come la pubblicità, l’architettura, il teatro e la televisione mantenendo salde le caratteristiche specifiche dalla loro visione”, spiega nel suo testo Lorenzo Canova.


L’incontro negli spazi della Fondazione Pascali si esplica in un percorso organizzato in più sezioni, che raccontano la relazione tra tensione modulare, finzione, sperimentazione e tema del paesaggio, attraverso le opere Albero del Paradiso, Oasi d’Ombra, Natura Modulare, Paesaggio Artificiale, per citarne solo alcune tra quelle in mostra, dal 1964 al 1973. I Cinque Bachi da setola e un bozzolo di Pino Pascali dialogano con le Ninfee (arancio, verde acido e nere) illuminate al neon di Marotta, in un tripudio tra natura, invenzione e artificialità.

 

Con questa mostra, la Fondazione Pino Pascali prosegue nel suo percorso di indagine storico critica che pone l’opera di Pascali a confronto con quella di altri maestri, non necessariamente coevi, in un gioco di rimandi, visioni poetiche, afflati comuni. Nell’ambito di questo ciclo dei Dialoghi, ideato dalla direttrice del Museo Pascali, Rosalba Branà, si sono svolte negli scorsi anni le mostre “Pino Pascali e Luigi Ghirri”,“Pascali Bonalumi Castellani Fontana Manzoni”, “Pino Pascali e Claudio Cintoli”.

 

La mostra inaugurerà venerdì 2 luglio alle 18,30 e sarà visitabile fino al 17 ottobre 2021 nel rispetto delle normative vigenti anti Covid-19.

www.museopinopascali.it

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Mostra

A.B.O. THEATRON. L’arte o la vita

 

Museo d'Arte Contemporanea - Castello di Rivoli

25 giugno 2021 - 9 gennaio 2022

 

Coordinamento e sviluppo curatoriale: Andrea Viliani
Concept:  Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva

 

 

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e il CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) presentano la mostra A.B.O. THEATRON. L’arte o la vita che indaga la figura di uno dei più importanti storici dell’arte, critici e curatori contemporanei, Achille Bonito Oliva.

A.B.O. THEATRON. L’arte o la vita è stata sviluppata curatorialmente da Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI sulla base di un concetto di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, con un Comitato scientifico composto da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Museo, e Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Paola Marino, storici dell’arte e curatori che negli anni hanno seguito con particolare attenzione la ricerca e l’attività saggistica e espositiva di Achille Bonito Oliva.

In occasione della mostra, Achille Bonito Oliva ha donato al CRRI il proprio archivio personale.

“È stata una continua scoperta e un grande privilegio” afferma Andrea Viliani, Responsabile e Curatore del CRRI “dedicarmi in questi due anni allo studio di un archivio ancora inedito quale quello che ricostruisce gli oltre sessant’anni di attività critica ed espositiva di Achille Bonito Oliva. La nostra mostra è una pietra miliare nell’ambito della programmazione del Castello di Rivoli e del suo CRRI dedicata ai più grandi curatori del XX secolo”.

L’arte o la vita è articolata su tre livelli fra loro interconnessi, ognuno dei quali corrisponde a un importante aspetto del poliedrico operato del critico e del curatore:

– La curatela delle mostre (ricostruzione delle principali mostre tematiche, selezionate dal curatore stesso). Le prime mostre ricostruite in questa sezione sono: Amore mio, 1970; Vitalità del negativo, 1970; Contemporanea, 1973-74 …

– L’enciclopedica scrittura saggistica e lo spazio privato (affidata alle sue più importanti pubblicazioni così come a un vasto materiale inedito).

– L’espressione comportamentale e lo spazio pubblico (attività per la radio, il cinema e, soprattutto, la televisione, ma anche i progetti per giornali e riviste, le onorificenze e gli strumenti atti a definire un vero e proprio culto della propria personalità, che ne definiscono la dimensione autonoma di personaggio pubblico).

In occasione della mostra sarà edito dal Castello di Rivoli e Skira un catalogo scientifico bilingue (italiano/inglese) introdotto da un saggio di Carolyn Christov-Bakargiev e da un’intervista fra Achille Bonito Oliva e Hans Ulrich Obrist. Saranno inoltre pubblicati saggi inediti di Marcella Beccaria, Andrea Viliani, Cecilia Casorati, Laura Cherubini, Clarissa Ricci, Stefano Chiodi, Andrea Cortellessa, Carlo Falciani e Paola Marino. Integreranno il volume e schede dedicate alle mostre principali curate da Bonito Oliva, e un’estesa bio-bibliografia e cronologia ragionate.

 

www.castellodirivoli.org

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Mostra

L’UOMO E L’ARTE

Lucas Cranach il Vecchio, Giorgio De Chirico, Jean-Auguste-Dominique Ingres,

Jannis Kounellis, Gino Marotta, Giulio Paolini, Mario Schifano.

 

Erica Ravenna - Arte Contemporanea - Via della Reginella 3, Roma

21 aprile – 10 luglio 2021

 

Testi in catalogo di Fabio Benzi, Laura Cherubini

 

 

La galleria riapre oggi con la mostra L’Uomo e l’Arte. Ancora una volta si sottolinea l’importanza della relazione con la storia come elemento fondante dei vari linguaggi dell’arte visiva.

Una selezione di opere di Jannis Kounellis, Gino Marotta, Mario Schifano e Giulio Paolini, nelle quali il riferimento alla storia dell’arte remota e più recente è apertamente enunciato, si specchia in un inedito raffronto con le dirette ed originali fonti d’ispirazione: Lucas Cranach il Vecchio, Giorgio De Chirico e Jean-Auguste-Dominique Ingres.

Un dialogo a più voci che disvela la storia delle immagini e si interroga sulle rappresentazioni collettive che intersecano la memoria e la cultura di un popolo. Dal mondo classico fino ai primi del Novecento, saranno esposti i frutti di una ricerca di quella che l’iconologo Aby Warburg avrebbe definito l’eterna “sopravvivenza dell’antico”.

Negli anni Sessanta si apre una stagione creativa che, nella storiografia artistica, tradizionalmente segna un momento di decisiva frattura con i canoni precedenti.

Si delineava una nuova grammatica multiforme che sembrava voler rompere una volta per tutte i ponti col passato e rinnegare definitivamente l’attitudine retrospettiva. Se già Marinetti esortava a gran voce a distruggere musei, biblioteche ed accademie, in un paese come l’Italia però, la cui eredità artistica è intrinsecamente parte della costruzione dell’identità nazionale, tale monito non poteva che avere un valore puramente programmatico anche per le generazioni future.

Le opere in mostra testimoniano infatti come gli artisti italiani appartenenti a tale generazione, nonostante l’aderenza ad una determinata temperie, hanno di frequente attinto dal repertorio della storia dell’arte antica e non solo, recuperando stilemi formali ed intenzionalità, rielaborando o citando direttamente iconografie e testimoniando dunque come il passato non possa mai dirsi completamente concluso nel presente.

È di questo rapporto che questa mostra vuole parlare, del valore che ha avuto in Italia e in Europa nella formazione di un’identità culturale propria del mondo occidentale, e di come esso sia rintracciabile fin nelle ultime sperimentazioni dei nuovi linguaggi dell’arte.

ericaravenna.com

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Mostra

I sei anni di Marcello Rumma 1965-1970

Museo MADRE - Napoli

15 dicembre 2019 – 29 giugno 2020

 

A cura di Gabriele Guercio, Andrea Viliani

 

 

La Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee presenta la prima mostra retrospettiva dedicata a Marcello Rumma (Salerno, 1942-1970), figura centrale nel dibattito culturale italiano e internazionale fra gli anni Sessanta e Settanta.

Nei suoi sei anni di attività, dal 1965 al 1970, Rumma sviluppò la sua ricerca, tanto di breve durata quanto intensa e pionieristica, quale promotore di progetti espositivi e editoriali, imprenditore culturale e collezionista, organizzando mostre e pubblicazioni dedicate alle ultime generazioni e alle ricerche artistiche più sperimentali del suo tempo. Progetti riconosciuti come esperienze centrali nella storia dell’arte e della cultura contemporanee.

 

Tra i progetti promossi da Marcello Rumma le tre edizioni della Rassegna d’Arte Internazionale di Amalfi.

La prima edizione, Aspetti del “ritorno alle cose stesse”, a cura di Renato Barilli, 1966, svolse un’analisi sulla pittura contemporanea in Italia.

La seconda edizione, L’impatto percettivo, a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna, 1967, esplorò il tema della percezione nelle ricerche artistiche contemporanee

La terza e ultima edizione, Arte Povera più Azioni Povere, a cura di Germano Celant, 1968, rappresentò il momento di sostanziale affermazione delle ricerche afferenti all’Arte Povera, allora in formazione e alla loro prima presentazione in uno spazio pubblico: in mostra erano presenti le opere di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario e Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio e le azioni – che si spinsero anche al di fuori dello spazio espositivo, per occupare la città e il paesaggio – di Riccardo Camoni, Paolo Icaro, Pietro Lista, Gino Marotta, Plinio Martelli, Carmine Limatola detto Ableo, Annemarie Sauzeau Boetti, lo Zoo di Pistoletto e con la partecipazione, su invito di Piero Gilardi, anche di tre artisti stranieri, Jan Dibbets, Richard Long e Ger van Elk.

 

Questa mostra non vuole essere una rievocazione o una celebrazione, piuttosto essa si propone di ripensare criticamente gli effetti di quelle esperienze e far riverberare la complessità di quella progettualità, reinvestendola in un agire capace di aprire nuovi scenari di ricerca, narrazione e rinnovata esperienza.

www.madrenapoli.it

 

 

 

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Mostra

ARCADIA E APOCALISSE. Paesaggi italiani in 150 anni di arte, fotografia, video e installazioni

PALP Palazzo Pretorio - Pontedera

8 dicembre 2019 – 26 aprile 2020

 

Ideazione e cura di Daniela Fonti e Filippo Bacci di Capaci

 

 

La mostra si articola in vari capitoli che, servendosi della pittura, della fotografia, del video, del film e delle installazioni, conducono lo spettatore ad immergersi nei sentimenti e nelle riflessioni che il paesaggio ha ispirato negli autori e nei fotografi e ad apprezzare e comprendere opere che vogliono essere, oltreché immagini coinvolgenti, anche documenti in cui si travasa l’intera cultura di un’epoca. La pittura di paesaggio è infatti il frutto di un processo molto complesso di interpretazione e ‘ricostruzione’ della natura, che coinvolge il momento storico di riferimento con il suo sistema di

relazioni, la cultura artistica cui l’autore appartiene e la storia individuale.

Attraverso un lungo racconto che si avvale di opere pittoriche, scultoree, arti decorative, fotografia e nuovi media – dalla metà dell’Ottocento ad oggi – l’esposizione ruota intorno al pensiero creativo sul paesaggio…

Dagli anni ‘60 il paesaggio è per lo più un riferimento interiorizzato a un’esperienza di carattere profondamente individuale, tuttavia è sul versante della pop art e delle nascenti ricerche concettuali che il paesaggio riprende piena legittimità in artisti impegnati a centrare sul tema il confronto fra la pittura e nuovi media espressivi e nuovi materiali industriali, in uno sforzo di creazione di nuovi linguaggi e totale oggettivazione dell’immagine.

 

In mostra opere di Giovanni Fattori, Giovanni Boldini, Giacomo Balla, Fortunato Depero, Giulio Aristide Sartorio, Duilio Cambellotti, Antonio Donghi, Ottone Rosai, Giorgio Morandi, Mario Mafai, Afro Basaldella, Carlo Levi, Fausto Pirandello, Tancredi, Giulio Turcato, Gino Marotta, Mario Giacomelli, Mario Schifano, Luigi Ghirri, Gabriele Basilico, Michelangelo Pistoletto e altri.

www.palp-pontedera.it

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Mostra

SUPERPOP 20/21

Musei Civici di Palazzo d’Avalos - Vasto

19 luglio - 6 ottobre 2019

 

A cura di Lorenzo Canova

 

 

Un progetto dedicato a una linea fondamentale dell’arte italiana del secondo Novecento, un attraversamento che raccoglie i maggiori protagonisti di uno speciale momento storico, un intreccio di visioni e di forme espressive che ha lasciato un’eredità fondamentale alle giovani generazioni: la mostra Superpop 20/21 vuole presentare così la vitalità delle ricerche degli autori legati al contesto della Pop Art...

Il percorso parte così da un caposcuola come Mimmo Rotella, precursore della Scuola di Piazza del Popolo e dell’area della Pop romana, presente in mostra con Franco Angeli, Umberto Bignardi, Marisa Busanel, Mario Ceroli, Claudio Cintoli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Renato Mambor,  Bruno Mancinotti, Gino Marotta, Titina Maselli,  Pino Pascali, Luca Maria Patella, Mario Schifano, Cesare Tacchi.

In questa linea si collocano anche protagonisti dell’arte a Milano, come Valerio Adami, Enrico Baj, Paolo Baratella, Lucio Del Pezzo, Emilio Tadini, o a Torino, Bologna e Firenze, come Piero Gilardi, Ugo Nespolo, Concetto Pozzati,  Gianni Bertini, Umberto Buscioni,  Gianni Ruffi, mostrando la freschezza e la diffusione di queste ricerche estese fino alla poesia visiva di Nanni Balestrini.

www.museipalazzodavalos.it

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Mostra

ART IS EASY

MACTE, Museo d’Arte Contemporanea di Termoli

28 aprile - 28 maggio 2019

 

A cura di Laura Cherubini e Arianna Rosica

 

 

Mostra inaugurale del MACTE, Museo d’Arte Contemporanea di Termoli, primo spazio dedicato all’arte contemporanea in Molise.

Vi sono esposte una sessantina di opere tra le oltre 400 della Collezione del Premio Termoli, datate dal 1955 fino a oggi, in gran parte dipinti su tela ma anche opere scultoree realizzate con pluralità di tecniche e materiali, selezionate da Laura Cherubini e Arianna Rosica per l’allestimento delle sette sale espositive del MACTE. Nello spazio centrale del museo le curatrici rendono omaggio a Mario Ceroli e Gino Marotta, due grandi artisti che hanno partecipato al Premio Termoli.

www.fondazionemacte.com

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Mostra

GIORGIO DE CHIRICO RITORNO AL FUTURO. Neometafisica e Arte Contemporanea

GAM - Torino

19 aprile - 25 agosto 2019

 

A cura di Lorenzo Canova e Riccardo Passoni

 

 

La mostra Giorgio De Chirico Ritorno al Futuro, Neometafisica e Arte Contemporanea alla GAM di Torino propone un dialogo tra la pittura neometafisica di Giorgio De Chirico e le generazioni di artisti che, in particolare dagli anni Sessanta in poi, sono stati influenzati dalla sua opera, riconoscendolo come il maestro che ha ispirato la loro nuova visione e che con la sua neometafisica si è posto in un confronto diretto con le generazioni più giovani.

La mostra mette in relazione le opere di De Chirico con tendenze dell’arte italiana e internazionale come la Pop art di Andy Warhol, Valerio Adami, Franco Angeli, Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Ezio Gribaudo, Gino Marotta, Ugo Nespolo, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Emilio Tadini…

www.gamtorino.it

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Mostra

LUCE MOVIMENTO. Il cinema sperimentale di Marinella Pirelli

Museo del Novecento - Milano

22 marzo – 25 agosto 2019

 

A cura di Lucia Aspesi e Iolanda Ratti

 

 

Il Museo del Novecento presenta Luce Movimento Il cinema sperimentale di Marinella Pirelli, prodotta dal Comune di Milano Cultura con Electa e curata da Lucia Aspesi e Iolanda Ratti. Saranno presentate le opere che la vedono impegnata nell’ambito del cinema sperimentale, prendendo in considerazione il periodo compreso tra il 1961 e il 1974, in cui Marinella Pirelli realizza il suo ultimo lavoro.

Centro del percorso espositivo è Film Ambiente, una struttura cinematografica percorribile, realizzata, brevettata e presentata alla Galleria De Nieubourg nel 1969.

Tommaso Trini così descrive Film Ambiente in catalogo: “Soggetto del film gli elementari simboli racchiusi nelle sculture parallelepipede del Nuovo Paradiso di Gino Marotta; l’idea dell’ambiente si è inizialmente modellata sulla spazialità dell’opera dello scultore romano… Nell’esperimento alla De Nieubourg la sonorizzazione è stata affidata a Livio Castiglioni”.

 

Altri film presenti nella mostra e ispirati alle sculture di Gino Marotta sono:

 

Nuovo Paradiso, 1969 (Film, 16 mm, 7’50’’).

Si ispira alla serie di sculture di Gino Marotta intitolata Il Nuovo Paradiso esposte alla Galleria De Nieubourg.

 

Naturale-Artificiale, 1968-69 (Film, 16 mm, 15’30’’).

Basato sull’esposizione Naturale-Artificiale di Gino Marotta svoltasi alla Galleria dell’Ariete di Milano nel 1968.

 

Luce movimento, 1967 (Film, 16 mm, 10’30’’).

Nel film si susseguono forme astratte e geometriche basate sulle opere presentate nell’esposizione Luce e movimento in Europa, alla galleria dell’Ariete di Milano nel 1967. Il film mostra con grande precisione le installazioni di Gianni Colombo, Bruno Munari, Gino Marotta, Lucio Fontana e Grazia Varisco.

www.museodelnovecento.org

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Mostra

IL FAVOLOSO MONDO DI GINO MAROTTA

Galleria Erica Ravenna Fiorentini - Via Margutta 17, Roma

16 Ottobre 2018 – 15 Febbraio 2019

 

A cura di Laura Cherubini e Erica Ravenna

 

 

“Ho sempre agito sulla base di un’incontrollata curiosità, su un’idea di arte come sintesi di natura e di artificio.”

Gino Marotta (Campobasso, 1935 – Roma 2012) è uno dei protagonisti dello scenario artistico italiano e internazionale degli anni ’60, che introduce una visione dell’arte innovativa, attraverso l’uso di nuovi materiali chimici/industriali, in particolare il metacrilato che declina poeticamente ricavandone universi lirici.

L’artista sceglie con questo mezzo di esplorare ciò che caratterizza maggiormente la sua poetica cioè il dualismo tra natura e artificio, luce e trasparenza, opera e ambiente che lo porta a ricreare scenari immaginari popolati da figure trasparenti, tratte dal mondo della natura ma dichiaratamente artificiali e svuotate di ogni consistenza corporea.

La galleria Erica Ravenna Fiorentini rende omaggio a Gino Marotta con una mostra personale, ripercorrendo le tappe più significative del suo percorso artistico, dai bandoni di ferro alle sculture in metacrilato, espressione della sua indagine sulla modernità.

Come ha dichiarato l’artista, l’uso combinato del metacrilato e della luce artificiale opera una messa a nudo del meccanismo del pensiero. Attraverso il metacrilato l’immaterialità della luce diviene essa stessa materia. Caratteristica fondamentale della sua opera è quella di mostrare i procedimenti interni di costruzione: questo è un altro segno dell’appartenenza dell’artista alla grande linea culturale della modernità.

 

Conversazione su Gino Marotta

Lunedì 3 dicembre 2018, alle ore 18,30 alla galleria Erica Ravenna Fiorentini in via Margutta 17, a Roma, si terrà una conversazione su Gino Marotta in occasione della mostra Il favoloso mondo di Gino Marotta.

Interverranno: Lorenzo Canova, Laura Cherubini, Maria Vittoria Marini Clarelli, Isa Francavilla Marotta, Daniele Cordero di Montezemolo, Piero Sartogo.

 

Presentazione catalogo

Mercoledì 6 febbraio 2019, alle ore 18,30, alla galleria Erica Ravenna Fiorentini in via Margutta 17, a Roma, avrà luogo la presentazione del catalogo della mostra Il favoloso mondo di Gino Marotta, a cura di Laura Cherubini e Erica Ravenna, con un testo di Laura Cherubini.

Interverranno Laura Cherubini, Ludovico Pratesi e Angelandreina Rorro.

ericaravenna.com

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Mostra

OTTOBRE 1968. “arte povera più azioni povere” agli Arsenali di Amalfi

Castello di Rivoli - Research Institute

13 ottobre 2018 – 31 marzo 2019

 

Una mostra di documentazione fotografica proveniente dall’archivio di Lia e Marcello Rumma

organizzata dal CRRI

 

 

In occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI e del cinquantenario della rassegna arte povera più azioni povere (Antichi Arsenali della Repubblica, Amalfi, 4-6 ottobre 1968), il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea dedica una mostra documentaria a questo fondamentale momento dell’arte del dopoguerra.

arte povera più azioni povere venne organizzata nel 1968 dal Centro Studi Colautti di Salerno promossa da Marcello Rumma, illuminato collezionista, editore e mecenate, e curata da Germano Celant.

La mostra costituì il primo importante momento di internazionalizzazione degli artisti degli anni Sessanta in cui protagonisti dell’arte concettuale, del postminimalismo e della Land Art si incontrarono, anticipando mostre di fama quali When Attitudes Become Form (Kunsthalle Bern, Berna; Institute of Contemporary Art, Londra, 1969), Op Losse Schroeven: Situaties and Cryptostructuren (Stedelijk Museum, Amsterdam, 1969) e Documenta 5 (Kassel, 1972).

La rassegna di Amalfi può essere considerata la prima mostra di Arte Povera tenutasi in uno spazio pubblico. Parteciparono Ableo, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jan Dibbets, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Paolo Icaro, Pietro Lista, Richard Long, Gino Marotta, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Ger van Elk, Gilberto Zorio.

www.castellodirivoli.org

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Mostra

100%ITALIA. Cent’anni di capolavori

Museo Ettore Fico - Torino

21 settembre 2018 - 10 febbraio 2019

 

Mostra ideata, curata e coordinata da Andrea Busto

Sezione Pop Art e dintorni a cura di Lorenzo Canova

 

 

100%Italia è una mostra dedicata agli ultimi cento anni di arte italiana, dall’inizio del Novecento ai giorni nostri. Con un percorso storico esaustivo, il progetto è l’occasione per evidenziare il ruolo preminente dell’arte italiana, che ha saputo segnare profondamente la creatività europea e quella mondiale. Gli artisti considerati come capisaldi della cultura internazionale verranno esposti, ognuno con una o più opere rappresentative del proprio percorso e del periodo storico di appartenenza. La grandezza dei maestri si potrà quindi percepire in un unicum e in una sequenza espositiva che faranno fare al visitatore uno straordinario viaggio lungo cent’anni.

 

Dal testo in catalogo di Lorenzo Canova: … La Pop italiana ha trovato così uno dei centri naturali di irradiazione a Roma, città dei massmedia, del cinema, della radio e della televisione, dove è esplosa quella che è stata felicemente definita Scuola di Piazza dl Popolo che, a partire dall’opera di Mimmo Rotella, ha visto attivi molti protagonisti come Franco Angeli, Mario Schifano, Tano Festa, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Cesare Tacchi, Mario Ceroli, Gino Marotta, Giosetta Fioroni, Claudio Cintoli, Luca Patella, Umberto Bignardi, in un contesto che vede attive anche artiste come Marisa Busanel, Laura Grisi e Titina Maselli.

www.museofico.it

 

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